Come prevedibile, molte sono state le parentesi di discussione che si sono aperte dopo la trasmissione del biopic “Io sono Mia” su Rai Uno lo scorso 12 febbraio. Boom di ascolti che inevitabilmente, quasi sempre, corrisponde ad un boom di polemiche e opinioni personali. Chi si lamenta della mancata adesione al progetto di alcuni artisti, chi all’improvviso si ricorda della sofferenza di Mimì e condanna gli addetti ai lavori, chi da valente cantante incompreso si rivede in quel personaggio, chi si limita ad apprezzare le canzoni da lei interpretate, chi scopre verità mai sapute, chi invoca provvedimenti postumi condannando la loggia massonica delle case discografiche, chi si sente reietto e rivede se stesso nella cattiveria subita perché in un modo o nell’altro siamo tutti un po’ Mimì, e chi invece, essendo appena finito Sanremo, sulla scia delle polemiche post festival inveisce brutalmente sulla musica Italiana… e mi meraviglio di come nessuno abbia accusato Salvini delle voci che giravano su di lei visto che Mia Martini era originaria del profondo sud… ah, già, Salvini non c’era in quegli anni, non è stata colpa sua.. giusto!!!
… e quindi, detto questo … ecco la "Mia"...
Regia fluida, allestimenti scenici fedeli nella restituzione temporale di un’epoca lontana ma non troppo, dialoghi non retorici che spesso lasciano porte aperte alla riflessione personale, una Serena Rossi impeccabile dal punto di vista interpretativo sia nel cantato che nella recitazione.. ma… signori e signore, dal mio punto di vista c’è un "ma" abbastanza grande… mi rendo conto che per esigenze tecniche era impossibile fare altrimenti ma… togliere la voce di Mia Martini dalle sue canzoni significa non raccontare fino in fondo la verità, o quantomeno restituire allo spettatore solo una parte della sua storia senza che si abbia la possibilità di sentirla scorrere sotto pelle. La voce degli esordi è diversa da quella che siamo abituati ad ascoltare ancora oggi e che la rende inimitabile. Non è solo per una banale questione di crescita anagrafica o padronanza del gesto cantato acquisito con il palco e l'esperienza. E' più una questione di Vita vissuta. Mia Martini è la sua voce! Appassionata, disperata e struggente, indifesa e arrabbiata, “costretta”, testarda e ribelle, avvelenata e “malata”, una voce in cui, anche senza avere un orecchio esperto, riesci a “leggere” nel presente il suo passato ed il suo futuro. Una voce che nonostante “è andata come è andata” sopravvive alla sua stessa volontà di porre fine alla vita ed involontariamente continua a cantare e vibrare di generazione in generazione.
E miracolosamente.. non porta affatto sfortuna!
“…e ancora canto per chi? Canto per chi? Chi mi ha tradita e poi ripresa, chi mi ha lasciata troppe volte, chi mi ha offesa, ho il pianto nel cuore ma resto qui, testarda me e canto per te, malinconia, ti canto rabbia, pazzia, ancora mi invento per me, io canto per me…”
CONSIGLI D'ASCOLTO
E ancora canto (D. Bertè)
Mimi sarà (F. De Gregori)
Minuetto (F. Califano - D. Baldan Bembo)
Almeno tu nell'universo (B. Lauzi - M. Fabrizio)
solo dopo aver ascoltato.. chiamatela Mimì!
By
Griss
Pubblicato Febbraio 19, 2019