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Linguaggio

By Pubblicato Febbraio 25, 2019
Dopo oltre un mese di conoscenza ormai tra me e Andrea si è creato un rapporto speciale , gestire i suoi momenti no in alcuni casi è estremamente frustrante per me ma anche io non sono sempre facile da gestire allo stesso modo per cui ci compensiamo perfettamente.
 
I nostri pomeriggi sono diventati di gioco educativo , il nostro primario obiettivo è spronare un po’ il linguaggio sono pochissime le parole che Andrea pronuncia e lo fa male ...
Lui non chiede se ha bisogno di qualcosa si fa capire a suo modo ma devi essere tu ad entrare nella sua realtà è comprenderlo , lui non si spinge fino a te per comunicare ...
 
Questo rende tutto più difficile , ci trascina in un abisso di sconforto ci fa sentire impotenti ..? Ovviamente no !
Andrea è un gran mangione , io devo conoscere bene tutti i suoi punti deboli per poter puntare su di essi ed ottenere ciò che voglio.. così gli faccio ripetere sillabe e paroline a raffica per ottenere i suoi amati “pan di stelle “ ed ogni volta che riusciamo ad aggiungere una parolina è “festa di piazza “ organizzo trenini e ballettini inneggianti si canta e si salta , lui si stanca e si annoia terribilmente di ripetere anche per ore la stessa parola ma quando alla fine riusciamo a pronunciarla, esulta con me come se avessimo vinto la coppa dei campioni mi abbraccia forte sorride con quelle sue fossette adorabili, quando però l’emozione è troppa devo interrompere i festeggiamenti per marginare le sue stereotipie ma ad ogni modo , ogni volta sento il peso della fatica che abbiamo fatto scivolare via.
 
Io non sono una terapista specializzata lui ne ha già abbastanza di figure professionali che lo seguono io sono la sua compagna di giochi ed insieme giochiamo ad imparare, lui si fida di me, insieme ci divertiamo, la mia borsa ha sempre qualcosa di interessante per lui ed io applico le indicazioni dei suoi terapisti alle nostre attività quotidiane e di gioco ,sono il ponte di congiunzione e la prima cosa che dobbiamo imparare è a comunicare allo stesso modo non devo essere io a capirlo deve essere lui a farsi capire da me.
 
Certe volte si innervosisce tantissimo, credo si sia accorto che anche quando non me lo chiede so cosa vuole ma non ci sono sempre io che gli leggo nel pensiero o comprendo le sue bizzarre movenze non ci sarà sempre la sua mamma deve imparare a comunicare anche con le persone superficiali e poco attente che può incontrare fuori dal suo rassicurante mondo 


 
 
 
 
 
 

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