Se vi è mai capitato di pensare di non farcela e non per una volta, anche una sola, non avete mollato sapete che certe volte si può rimanere sorpresi da quanto forti si riesce ad essere e che, certe volte, basta semplicemente crederci. Sembra un discorso scontato, lo so bene, eppure non riesco a pensare a nulla di più vero. Rispetto alle esperienze che sto facendo e a quel poco che ho imparato durante la mia vita, l'idea che credere fortemente in qualcosa possa essere il principale strumento per ottenere quel che si vuole non riesce mai ad abbandonare il mio cervello. E' una frase fatta? Forse. E' una menzogna? Può darsi, dipende dal momento della vita nella quale la sentiamo dire per la prima volta, dal nostro svilimento di quel momento, da ciò che abbiamo appena perso. Fatto sta che, qualsiasi sia il primo impatto che abbiamo con questo verbo, prima o poi ci troviamo a dover ammettere che chi crede in qualcosa ha quanto meno una marcia in più rispetto a chiunque non creda in niente (ammesso che questo sia possibile).
Eppure che qualche volta non basti crederci può essere drammaticamente vero. Qualche volta quello che incontriamo tende a sopraffare ogni speranza che abbiamo nel riuscire in una qualunque impresa. Eppure, in quegli stessi momenti in cui tutto pare finito, quando ci crediamo sul serio, troviamo spesso il modo di risollevarci, di capire, di modificare le cose e far si che poi funzionino. Forse è vero, e crederci qualche volta non è sufficiente, ma magari quando non lo è, diventa semplicemente necessario credere di avere ancora una possibilità di rimettersi in piedi. Quante volte ci si ritrova a pensare di non farcela e poi in qualche modo si sopravvive? Già pensando solo a questo mi viene in mente quanto il pensiero di non riuscire possa essere qualcosa di assolutamente privo di ogni fondamento. L'uomo, in quanto essere umano, è capace di credere in qualcosa più profondamente e intensamente di chiunque altro, fino alla follia, e ne abbiamo intorno diversi tristi esempi, che però ci danno una forte e drammatica dimensione di quanto potere abbia solo e semplicemente l'azione di credere in qualcosa.
Dunque credere può sembrare l’unica cosa importante, ma noi non viviamo nel mondo dei cartoni animati, giusto? Nel mondo in cui credere basta al primo eroe che passa per realizzare ogni suo piccolo (o grande) sogno e per superare qualunque avversità. Sappiamo che non basta credere solo in qualcosa, che il fallimento e la delusione sono sempre possibili e che, il 90% delle volte, sono puntualmente i nostri più fidati compagni di viaggio. Ma perché? Beh, per come la vedo io manca un elemento nella maggioranza delle nostre convinzioni che, spesso, fa la differenza tra il credere profondamente e intensamente in qualcosa e il crederci finché è comodo farlo: l'azione. L’azione è quella parte del nostro pensare che fa la differenza, che fa da ponte tra il desiderare qualcosa e l’ottenerlo, tra il credere in quello che c’è fuori di noi e credere in quello che possiamo fare con ciò che abbiamo dentro. In questo senso agire in virtù di una convinzione diventa il carburante di ogni sogno che si rispetti, l'unica ragione della sua resistenza rispetto a tutto quello che può concretamente abbatterlo. In questo senso è vero, credere non è tutto ma resta comunque la cosa più importante.
Tutto questo per dire cosa? Semplicemente per lanciare una pensiero tra le pagine del web, né più ne meno banale di qualsiasi altro pensiero, ma sicuramente un pensiero che sento poco intorno a me di recente. Quindi ecco qua, uno sconosciuto sul web che ragiona per frasi fatte e che ve ne ripropone una alla fine di un piccolo sfogo personale: se vi è mai capitato di pensare di non farcela, se lo pensate ancora adesso, fate un favore a voi stessi e a chi vi sta intorno, credeteci anche solo una volta in più, perché è questa l’unica responsabilità che avete nei confronti di ciò in cui credete, crederci una volta di più rispetto chiunque altro.