Quanti hanno la maledizione di avere una memoria di acciaio e, con essa, la fastidiosa abitudine a trattenere dei brutti ricordi che vorrebbe fossero cancellati per sempre? Molti di noi, credo, non vorrebbero nulla più che annullare qualche ricordo imbarazzante della sua vita legato a questa o a quell'altra persona. Beh, a quanto sembra, questo è qualcosa che, in futuro, potrebbe addirittura essere realizzabile. Secondo uno studio condotto sui ricordi dall'università di Austin, Texas, proprio sui ricordi, sembrerebbe possibile aiutare la rimozione di alcuni ricordi dalla memoria di soggetti umani. Un'idea apparentemente fantascientifica, degna di un romanzo o di una fan fiction, eppure secondo Tracy Wang, autrice dello studio, attraverso una tecnica di neuroimaging (processo attraverso il quale si può "mappare" l'attività di alcune zone del cervello in relazione a specifiche funzioni), si può comprendere il processo attraverso il quale ciascuno di noi riesce a rimuovere i ricordi e, quindi, in futuro poter arrivare forzare questo processo, aiutando di fatto gli uomini a dimenticare ciò che vorrebbero non rimanesse nel loro cervello. Com'è intuibile, dallo studio emerge che è molto più difficile dimenticare ricordi che portano con se un forte carico emozionale ma, differentemente da come potremmo pensare, sforzarsi troppo di dimenticare qualcosa ci porterà a rafforzare ancora di più il ricordo che vorremmo rimuovere. In ogni caso, a quanto pare, siamo sulla buona strada per comprendere un altro piccolo frammento dei processi che attraversano il nostro cervello e, realisticamente, riuscire persino a controllarlo.
Una notizia controversa, sicuramente, ma anche una notizia che ci ricorda qualcosa, se scaviamo un po' nella nostra memoria. No? Lasciate che vi rinfreschi la memoria. Siamo nel 2004, in America, e un tale Joel "Joe" Barish incontra per caso una strana ragazza che si presenterà a lui come Clementine e tra loro, com'è fatale, nascerà una lunga storia d'amore che si chiuderà con una dolorosa rottura. Sarà in questo momento che Joel e Clementine, distrutti dal dolore, decideranno di sottoporsi ad un processo pseudo scientifico per rimuovere i ricordi che hanno l'uno dell'altra. Cancellare l'altro\a senza lasciare alcuna traccia di ciò che c'era stato tra loro sembra, dunque, ad entrambi una buona idea, che sarà però gravida di conseguenze. Suona familiare? Beh, credo proprio di si, dal momento che si tratta della trama del film "Se mi Lasci ti Cancello" con protagonisti Jim Carrey Kate Winslett. Un film romantico, a tratti drammatico e certamente carico di una certa profondità e che porta ad una riflessione rispetto all'importanza dei nostri ricordi, sopratutto quelli brutti o dolorosi, in quanto comunque costitutivi di quella che è la nostra identità, portandoci a chiederci cosa sarebbe di noi se davvero potessimo cancellare qualcuno dalla nostra vita in maniera definitiva.
Ovviamente siamo lontani da un risultato di questo tipo, ma permettetemi un piccolo volo di fantasia e immaginiamo per un secondo che fosse possibile. Indipendentemente dal fatto che sarebbe terrificante l'idea che qualcuno, a cui magari abbiamo fatto qualche torto senza volere, potesse semplicemente cancellarci e fare come se non fossimo mai esistiti, pensare al fatto di poter cancellare uno o più ricordi senza colpo ferire provocherebbe, almeno in me, almeno un paio di domande. Innanzi tutto, per quanto banale possa sembrare, cosa cancellare e cosa tenere? Sembra una domanda quasi scontata eppure non mi sentirei di cancellare ogni singolo ricordo brutto della mia vita solo perché doloroso da ricordare in quanto in ogni caso quel ricordo è un qualcosa che condiziona il mio comportamento e, quindi, sia quello che sono con gli altri sia, principalmente, con me stesso. E nel caso decidessi di tenere qualche ricordo brutto, quale scegliere? Sarei davvero capace di decidere quale dei miei ricordi merita di continuare a vivere in me e quale, invece, cancellare per sempre dalla mia memoria? A questo punto, si può ben capire, ciascuno di noi sarebbe chiamato a classificare i propri brutti ricordi, in uno sforzo mnemonico terribile non solo per la quantità di ricordi da esaminare, ma anche per la natura sgradevole di ciascuno di essi, portando a un continuo, dolorosissimo, rimestare in ciò che è stato. A questo punto, mi chiedo, non sarebbe forse meglio evitare questo titanico sforzo e accettare le nostre imperfezioni, persino nei ricordi tanto dolorosi?
Che questa sia, comunque, una scoperta molto interessante e indubbio, in quanto ogni cosa nuova scoperta diventa la porta ad un'infinità di altre scoperte altrettanto utili e gradite da ciascuno di noi e, al di là di voli di fantasia un po' troppo coraggiosi, scoprire il preciso funzionamento di un processo come quello della memoria è sicuramente uno sforzo lodevole e utile. Ma, nonostante ciò, com'è sempre mia abitudine fare, invito ciascuno a riflettere, anche con assurdi voli pindarici, su ciò che potrebbero essere le conseguenze di scoperte così interessanti se non pensate nella maniera giusta. Detto ciò vorrei lasciare ciascun lettore con una domanda, che mi piacerebbe ognuno rivolgesse a sé stesso: vale davvero la pena obliare quello che siamo, non solo nei ricordi, ma anche più in generale, nella vita di tutti i giorni? Per quel che mi riguarda eviterei volentieri quest'effetto "Se mi Lasci ti Cancello" perché non vorrei che, cercando di cancellare tutti coloro che mi hanno fatto del male, io finissi per cancellare, un pezzetto per volta, anche me stesso.