Un ragazzo entra in una scuola e con fucile in mano compie un'insensata strage.
Sicuramente è colpa dei videogiochi!
Un uomo con polso rigido e dita chiuse, colpisce la donna che tanto dice di amare.
Senza alcun dubbio è colpa dei videogiochi!
Potrei citarne tante altre di scene di crudele follia, quotidiana e non, e la società odierna darà la colpa ai videogiochi per la loro influenza diabolica.
Forse sarà soltanto una moda, in fin dei conti si è sempre ricercato un capro espiatorio alle nefandezze della razza umana, è sempre colpa di terzi se siamo "peccatori".
Ma la verità, dal punto di vista di un videogiocatore come me, è che videogiocare fa bene sia all'anima che al corpo.
È un anti-stress che aiuta a far esprimere il potenziale del nostro cervello, per molti rinchiuso in un cassetto (il potenziale).
Infatti il nostro organo che separa un orecchio dall'altro, è capace di magnifiche e strabilianti prodezze, grazie alla sua più grande proprietà, la neuroplasticità. Una parola lunga e incespicosa, rappresentante dell'insieme di tutti i processi che lo rendono (il cervello) adattivo e responsivo, quindi che rende noi capaci del tanto anelato multi-tasking, cioè, riuscire a fare più cose contemporaneamente sempre al meglio.
Tenere un controller in mano, mentre si osserva la tv, e si cerca di fuggire da nemici, centrando qualche cranio all'occorrenza, dunque, non alimenata l'odio e la violenza. Al contrario, rende più produttivi ed efficienti sul lavoro, e aiuta a curare disturbi e malattie.
Tutto questo non lo dice un videogiocatore come me, ma studi di medici e scienziati.
Ad esempio, nel 2007 e nel 2009 Rosser e Schlickum riescono a provare che chirurghi, che oltre ad un bisturi, sanno impugnare anche un controller, sono più abili rispetto ad altri che non sanno chi sia Lara Croft. E continuo citando il dottor Roger Li, che con il suo studio, scoprì il grande aiuto dei videogiochi nel curare l'occhio pigro. E perché non citare l'italiano Sandro Franceschini e il suo studio presso l'università di Padova su come il videogioco aiuti nel trattamento della dislessia.
E di studi che comprovano tutto questo ed altro ancora, ne esistono tanti e continuano ad aumentare, poiché si è riscontrato come il videogioco influisca con grandi benefici sugli anziani, ma anche sull'integrazione dei bambini in ambienti estranei a loro.
La scienza ha parlato e continua a parlare, al fine di non denigrare il videogiocatore, ma, anzi, cercando di far capire alle persone che per capire il videogioco e le sue proprietà benefiche, bisogna provarlo, senza mai esagerare (il medico consiglia massimo un ora e mezza di gioco al giorno).
In fin dei conti, se le persone, (anziani, ragazzi, bambini) sono violente e piene di odio, una soluzione potrebbe essere parlarci e, forse, sedersi insieme e sfidarsi a Steet Fighter.