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La sera di San Valentino l'ho passata da single insieme ad amici, naturalmente non tutti single...
Tra una pirofila di patate al forno e una piena di parmigiana di melanzane, abbiamo parlato del più e del meno. Naturalmente le nostre parole si sono dilungate molto sull'incapacità di noi uomini di capire le donne, soprattutto, capire come corteggiarle.
Eppure sono esseri umani anche loro, dovrebbe essere semplice intrattenere un discorso con un nostro simile.
Ma il cervello dell'uomo si spegne e risultiamo stupidi, persi, noiosi, esagerati, impacciati.Questo vale per alcuni; altri invece riescono ad essere aperti, piacevoli, attraenti e sicuri di sé, quando iniziano il corteggiamento.
Un altro tipo di uomo, invece, si rapporta facilmemte con il sesso femminile, non riuscendo, però, a trovare la persona giusta, perché troppo esigente o perché troppo idiota. A voi (donne) l'ardua sentenza.
Io non mi ritengo esigente, per nulla, ma idiota tanto.
Non trovo ostico intrattenere un discorso con una donna, ma perché, dopo, rovini tutto, non saprei. È una domanda che mi pongo quasi ogni momemto libero della mia vita. Mentre nella restante parte di essa non faccio nulla per trovarvi una risposta.
Noi uomini forse siamo un caso perso?
Non posso esprimermi, quindi mi dichiaro innocente, sempre e comunque!
La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole...
Dovetti impararla tutta, non capivo effettivamente il motivo.
Ore ed ore a giocare con gli amici, correre con le bici (non volevo fare la rima), prendere un bel Super Santos, che manco il tempo di scriverci i nostri nomi sopra era già bucato dalle spine delle piante. Acchiapparello, strada ghiacciata, poliziotti e ladri, schiaccia 7, palla avvelenata, nascondino, che finiva sempre a botte, un due tre stella! Ecco. Mi sono perso tanti pomeriggi così, solo per capire cosa voleva dire uno storpio forse alcolizzato depresso e anche perverso (anche stavolta non volevo fare la rima) con tanti problemi di autostima che nemmeno il caro buon Monty (Marco Montemagno) avrebbe potuto riprenderlo un pò. Nemmeno con 10 ore di lezione.
E ribadivo ancora e ancora ma perché la maestra ci impone di vedere le cose in modo diverso, perché dobbiamo guardare la vita dal suo punto di vista. Siamo piccoli, abbiamo ancora tempo per capire cos'è la delusione di un amore.
Ma poi non era possibile che dovevamo attendere un solo giorno della settimana per goderci le cose belle. Per noi era normale correre nei cortili con il pallone e urlare che eravamo i più forti, era normale farlo tutti i giorni della settimana. Un giorno si e l'altro pure. Sì, giocando tutti i giorni insieme.
Ed ogni giorno volevamo sempre qualcosa di più. Non ci accontentavamo dei soliti giochi, di correre dietro ad un pallone e gridare la squadra del cuore (altra rima involontaria, giuro!). Noi volevamo qualcos'altro. Volevamo crescere e onestamente, non avevamo capito che stavamo facendo un errore. Stavamo bruciando le tappe. Tutto troppo in fretta. Avevamo perso il desiderio di volere le cose. Quella felicità di dire: che bello oggi andiamo sulle giostre! Ormai era persa, consumata.
Quella gioia umana che si manifesta nel piacere dell'attesa irraggiungibile l'avevamo persa, se non fosse stata quella maestra che c'impose di imparare Il sabato del villaggio...
Ormai il Festival di Sanremo è finito da un po' e tutti sanno che Mahmood, con “Soldi”, ha vinto tra non poche critiche…
Ma a far parlare di sé non è stato solo Alessandro, (per chi non lo sapesse si chiama così… e sì, è italiano al 100%!), ma anche un altro artista: Achille Lauro!
La canzone, che per quanto mi riguarda è costruita bene ed è orecchiabile, è stata criticata parecchio. Tutto questo perché, secondo molti, inneggia all'uso di droghe.
Sapete perché mi incazzo? Perché se fosse stata criticata dal punto di vista artistico non avrei avuto nulla da dire! Ognuno ha i propri gusti.
Ma se invece devo leggere e ascoltare critiche, che tra l'altro in maggior numero sono dovute ad un servizio fatto da una televisione nazionale che dovrebbe informare, e qui il condizionale è d'obbligo, allora non ci sto!
“Rolls Royce” parla di droga? E allora!? Togliamoci di dosso questo perbenismo stomachevole e iniziamo a guardare più al lato artistico. È vero l’arte deve anche essere d'esempio. Ma quello c'è già. Non tutti gli artisti devono travestirsi da Dalai Lama...
Osserva la mia borsa ..sembra interessante ..poi corre via..
ma ritorna, agitando le mani.. non le ferma mai, come il suo sguardo sempre sfuggente, lo lascio fare!
Ritorna dalla mia borsa, ma non gli interessa quello che c'è dentro, non è curioso di conoscere i miei giochi.. sono quei birilloni colorati che hanno qualcosa di veramente interessante ..! ne sfila uno, lo porta a se e come uno scienziato ne studia i particolari; ecco lui è attratto da particolari che non si notano, a cui nessun bambino presterebbe attenzione, le rigature che coprono la circonferenza di quel birillo rosso sono estremamente interessanti e lo passa in rassegna davanti agli occhi da un estremità all'altra, come stesse scannerizzando quell'immagine ..sorride..
Bene quel birillo sarà il nostro primo ponte
“Andrea ciao, io sono Federica, posso giocare anche io con te?? " non mi degna neanche di un colpo d'occhio.
" io sono bravissima a bowling ..e tu? Mi ignora"..continua a passare in rassegna ,davanti al suo viso, lo stesso birillo rosso senza sosta..
non mi arrendo : " ora li sistemo e ti sfido! e il primo a cadere sarà proprio questo ! ", gli sfilo la sua attrazione dalle manine ..mi fissa stupito e serio..
devo approfittare del momento, la sua attenzione è su di me, non posso sbagliare !!! posiziono glia altri birilli a piramide , lui mi segue, prendo la palla e gliela passo, continua a volere il birillo rosso..
" Ciao sono Federica , vuoi giocare con me ?" ..ci riprovo ..
"Ciao Andrea.. sono qui!!! " sventolo il birillo rosso , è infastidito, non vuole uscire dalla sua dimensione per una stupida partita al bowling ,chissà quante cose fantastiche succedono dietro quello sguardo profondo..
ma io da sola non voglio giocare, e sono in vantaggio perché gli ho rubato il birillo.. mi guarda, sospira .."ciao!"
ho vinto io!!! e lui merita il suo premio , ma inaspettatamente ripone il tanto agognato oggetto davanti alla mia piramide, si siede, mi tira la maglia e mi passa la palla ..la lancio e lui batte le mani ..
"te l'avevo detto che ero brava !!!", si alza, inizia a svolazzare per la stanza,
" hey la farfalla qui sono io, vedi, io ho le ali" lui si ferma dietro di me mi accarezza le alette "Ciao Faffalla!"..
Siamo proprio sicuri che tutto ciò che riguarda i social network sia da prendere come "oro colato"?
Diciamoci la verità sono stati la più grande rivoluzione da 10 anni a questa parte, ma ricordiamoci che hanno dato una voce proprio a tutti, senza distinzione. Finchè si tratta di persone dotate di un cervello pensante tutto ok. Il dramma si rivela nel momento in cui la gente sfoga le proprie frustrazioni attraverso una tastiera o uno smartphone. Mi spiego meglio.
Il fenomeno dell'odio gratuito, quello che praticano i codiddetti "haters", è una violenza psicologica per una persona estremamente sensibile. Ognuno ha un vissuto di cui spesso non siamo a conoscenza e per questo motivo le conseguenze spesso sono state gravissime. A prescindere dal fatto che ci si accanisca su un personaggio pubblico o meno.
E' pur vero che nel caso dei personaggi pubblici la consapevolezza del fatto che la propria vita sia esposta a molte persone è maggiore ma non per questo, però, meno dolorosa nel caso di insulti.
Per non parlare dei canoni di bellezza irragiungibili mostrati come requisito fondamentale per essere accettati. Tutti, io compresa, ci ispiriamo a persone belle e famose per migliorarci ma non scordiamoci che stiamo perdendo la nostra unicità. Non è detto che tutto ciò che ci propongono sia bello. Ispirazione, si, ma con consapevolezza. Non perdiamo personalità ma rubiamo tutto ciò che ci piace dai nostri "miti" per adattarlo a noi stessi. E fidatevi, ve lo dice una che con i social ci convive dalla mattina alla sera!!!
Una storia d'amore durata ben 12 anni quella tra Marek Hamsik e il Napoli. Ora il nostro amato primo attore si è trasferito in un altra compagnia nel lontano Oriente.
La domanda vi sorgerà spontanea: Ma cosa c'entra questo con tutto quello di cui ci hai parlato fino ad ora? La risposta è semplice, il Teatro e il calcio hanno tante cose in comune.
Nel calcio, il Teatro inteso come edificio è lo stadio, quello stadio che fu un tempo di un altro grande primo attore, che veniva dall'Argentina e portava un numero 10 glorioso dietro la schiena.
Il palcoscenico è il campo da gioco dove i calciatori, che, sono gli attori, mettono in scena un grande spettacolo con i loro talenti e le loro giocate.
La compagnia è la squadra e lo spogliatoio, nel quale se tutti vanno nella stessa direzione si possono fare grandi cose.
Infine ci siamo noi, il pubblico ovvero i tifosi e io oggi sono uno di questi. Oggi voglio scendere dal MIO palco e fare lo spettatore, che ha amato e a volte anche criticato questo primo attore che è stato Marek Hamsik.
Arrivederci capitano sei stato un grande attore nella nostra splendida compagnia e le tue interpretazioni non saranno mai dimenticate. Ciao Marek
Abitudini degli italiani che sembrano normali ma agli occhi di alcuni paesi stranieri invece, sembra che noi italiani siamo strani. A dirla tutta non è che siamo così normali sotto alcuni aspetti, ma diciamo che abbiamo le nostre abitudini.
Baciare una persona sulla guancia, bere il cappuccino solo e soltanto al mattino, incoraggiare uno straniero ad imparare l’italiano, sono semplici comportamenti di abitudine nel nostro paese. Mentre all'estero no.
Ecco alcuni esempi.
Siamo molto contenti quando qualcuno parla la nostra lingua. L’italiano, effettivamente, è una lingua difficile e con tutta la buona volontà può non essere semplice parlarla. Però nonostante tutto, anche se davanti ai nostri occhi che ci sia un tedesco o un marocchino, noi continuiamo comunque a parlargli in italiano.
Puntualità. E qui mi sento chiamato in causa. Arrivare in ritardo è una cosa assolutamente normale per noi italiani. Effettivamente, in molte zone del nostro paese la puntualità non è tenuta particolarmente in considerazione. Evidentemente ci sono molti paesi, all'estero, in cui le cose invece sono diverse, per cui arrivare in ritardo ad un appuntamento può essere offensivo.
In cucina siamo molto territoriali. E questo, in effetti, è verissimo, più che altro perché sappiamo che cosa può succedere se una persona che viene da un altro paese, in particolare dall'America, prova a mettere mano nelle nostre cose. Esempio: ketchup sui maccheroni o ananas sulla pizza. Qui partono proprio le parolacce, ed è anche giusto. Ma chiedere una pizza quando si è in vacanza all'estero è un abitudine che non toglieremo mai.
Altra abitudine è, che sia un pranzo o una cena, bisogna mangiare con calma e a tavola. Prendersi il momento di pausa è importante nella nostra giornata anche se siamo stati tutto il giorno seduti sul divano a far nulla. Mentre in tantissimi paesi, mangiare un sandwich camminando per strada in pausa pranzo o cena è assolutamente normale, per noi non esiste nemmeno lontanamente una cosa simili. Anche se siamo per strada dobbiamo comunque fermarci, pure se riguarda solo un semplice spuntino.
In Italia il cappuccino si beve solo a colazione. Anche questo è un comportamento di noi italiani che sembra incredibile all'estero, perché evidentemente siamo i soli (o comunque siamo tra i pochi) a bere il cappuccino solamente a colazione. In alcuni paesi lo bevono a ogni ora del giorno, e la cosa peggiore è che all'interno inzuppano anche cose salate come, per esempio, i cornetti (dolci!) con il prosciutto. Siamo noi quelli strani?
Non baciare sulla guancia una persona appena conosciuta… una stretta di mano è più che sufficiente. In questo punto siamo noi ad essere leggermente inferiori ad altri paesi. In Francia e in Belgio sembra considerato normale baciare (sulla guancia, s’intende) una persona appena conosciuta, addirittura dopo stretto un rapporto di confidenza, amichevolmente il saluto si fa con un bacio a stampo sulle labbra, indipendentemente dai gusti sessuali. Per noi italiani è assolutamente anormale, anzi abbiamo ancora i tabù sull'omosessualità figuriamoci se adesso ci mettiamo a baciare i nostri amici sulle labbra.
Quando parliamo gesticoliamo. Noi nemmeno ce ne accorgiamo. La nostra gestualità quando parliamo, però, è forse la più famosa al mondo. Abbiamo una movenza per ogni frase e gesticoliamo in ogni momento, anche quando siamo al telefono. Forse deriva dalla cultura latino-romana, oppure perché in passato si parlava più i dialetti che la lingua italiana. Fatto sta che i nostri gesti sono noti in tutto il mondo e sono oggetto di approfondimenti e articoli di giornali di molti paesi. Per gli stranieri però sono abitudini strane. Addirittura ci prendono in giro, infatti in molti video quando compare la figura di un italiano, la prima cosa che fa è gesticolare mentre parla. Personalmente penso che l'italiano, grazie a questa "cattiva abitudine" riesce a comunicare con tutto il mondo, in particolare un napoletano.
Queste sono abitudini degli italiani che all'estero sembrano abitudini strane. Se ti ritrovi in una di queste, scrivilo nei commenti oppure se vuoi aggiungine altre che le commentiamo insieme :)
Prima, sul web, stavo dando uno sguardo su vari siti di informazione e ho letto che, nel mondo, in un minuto su Internet vengono scambiate 187 milioni di email e 38 milioni di messaggi Whatsapp. Inoltre si scaricano 375mila app e si spendono quasi 900mila dollari in e-commerce ...
Cioè sembra assurdo... numeri incredibili!
Mentre pensavo a questa notizia mi è venuto in mente che qualche giorno fa avevo letto un articolo sul rapporto tra essere umano e smartphone.
Quest'articolo sostiene che la "dipendenza" da smartphone e da social faccia parte del processo evolutivo dell'uomo. Cioè: gli uomini hanno bisogno di socializzare, naturalmente col passare del tempo le comunità si ingrandiscono e di conseguenza abbiamo bisogno di un modo per allargare quanto più possibile il nostro raggio di comunicazione: ecco che entrano in gioco gli smartphone!
Eppure c'è chi, ancora, si ostina a criticare le nuove generazioni, incolpandole di chiudersi in un mondo proprio composto solo da smartphone e pc!
Il mondo si evolve, i modi di comunicare anche, accogliamo le novità, non respingiamole in maniera ostinata!