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Lo Sapete Che?

By Febbraio 13, 2019

Una volta a settimana vorrei trattare con voi una rubrica volta a risolvere delle curiosità che da sempre ci incuriosiscono!
Dal momento che la fantasia è il mio punto forte  la chiameremo: "LO SAPETE CHE?"

Quindi... LO SAPETE CHE?

C'è un motivo se quando, da piccoli, non riuscivamo a dormire ci dicevano "conta le pecorelle!"?

Per saperne di più dobbiamo tornare indietro al 1200!
Infatti, ne  "il Novellino", una raccolta di piccole storie toscane, si narra la vicenda di Ezzelino da Romano, signore di alcune terre attorno Treviso.
A causa del suo caratteraccio Ezzelino soffriva di insonnia, quindi per distrarsi assunse un cantastorie.
Quel poveretto del cantastorie però, dopo qualche tempo, non riusciva più a sostenere tutte quelle ore senza riposo e allora escogitò uno stratagemma. Raccontò di un pastore che, dovendo far attraversare un fiume al suo gregge, aveva solo una barchetta, in grado di reggere il peso di una sola pecora alla volta.
Contando le pecorelle, a un certo  punto, il cantastorie chiuse gli occhi. Ezzelino, gli ordinò allora di andare avanti, ma il cantastorie ribatté: «Sire, dobbiamo prima farle passare tutte! Si immagini la scena nella mente...» Ezzelino a quel punto, si fece una bella risata e lo lasciò dormire.
Ecco! Ora anche voi siete a conoscenza di questa notizia che non vi cambia affatto la vita! 
In ogni caso è bene sapere che questo non è un buon metodo per addormentarsi, è infatti molto meglio ascoltare  rumori come le onde del mare, il cinguettio di uccelli e altri suoni naturali...
Bene! Vi sentite più completi ora? Non oso immaginare quanto... ah e se stanotte non riuscite a dormire pensate a quel poveretto del cantastorie! 

Non ho mai amato i luoghi comuni ma quello che affronterò oggi a mio avviso è il meno fondato. "Per trovare lavoro non ci sono speranze al sud, bisogna per forza trasferirsi altrove".
Ragazzi sul fatto che "fuori" ci siamo maggiori possibilità lavorative non ci piove ma la situazione va contestualizzata. Chi ha la possibilità di studiare, o l'ha avuta in passato, spesso considera la Laurea come un punto di arrivo. Io penso sia il contrario. Terminato il percorso di studi ci si trova a doversi rimboccare le maniche e nel migliore dei casi a mettere i pratica gli studi teorici fatti fino a quel momento. Da quel momento è tutta un'altra storia. Ci si trova spesso di fronte ad un bivio che comprende due strade per i ragazzi del sud: restare nella propria città oppure trasferirsi altrove. Il motivo che spinge molte persone a sciegliere la seconda opzione è la voglia di realizzazione personale. Questa è una scelta sensata. Il problema è che c'è chi decide di intraprendere questa esperienza "formativa" solo per moda. Sono eccessivamente patriottoca forse ma concepisco questa scelta solo in funzione di un beneficio per la propria città. Mi spiego meglio. Va benissimo l'esperienza in un'altra città, fuori dalla "zona di confort", ma con l'intento di farne tesoro per la propria. Il mio sogno sarebbe tornare con la mente aperta affinchè si sviluppi l'economia e il mercato della città che amo.

In un cinema piccolo, che ambiva a divenire un'importante multisala, nove anni fa, un quasi sedicenne, con i compagni di liceo, si sedeva sulle rosse e scomode poltrone per vedere un semplice film d'animazione. Il titolo era "Dragon Trainer", finalmente quel ragazzo si sarebbe goduto un gran bel film con protagonisti le mitologiche creature alate, squamate e dal perenne bruciore di stomaco.Un lungometraggio con animazioni incredibili che tra colori sgargianti, personaggi comici e situazioni inverosimili, insegnava a superare ogni difficoltà, tra cui i limiti mentali scaturiti da una disabilità, mettendo da parte ogni pregiudizio al fine di fare gioco di squadra.

Quattro anni dopo quel ragazzo, seduto sempre su una poltrona rossa, un po' più comoda, dopo una giornata estenuante del primo anno universitario, tenendo per mano la dolce metà del tempo, guardava "Dragon Trainer 2". E con gli occhi lucidi e il cuore pieno d'emozione, stringeva sempre più forte la mano di quella ragazza, perché in quel film d'animazione il fulcro era l'amore e tutte le sue sfumature. Un sentimento così grande che riesce a farti perdonare chi davvero è importante per te, che possa essere un genitore, la dolce metà oppure il fedele amico, umano o drago che sia, se ha il cuore pieno di dispiacere e gli occhi pieni di verità.

Infine come tutte le cose belle, cinque anni dopo, su una comoda poltrona rossa con affianco l'amico ritrovato di mille avventure, quel ragazzo, forse un po' uomo, ma non troppo, guarda "Dragon Trainer 3". Assiste alla fine di un lungo viaggio, che ricorda l'importanza di preservare il presente per un futuro prosperoso, senza mai dimenticare il passato e le persone care, fondamenta di ciò che sarà e sarai.

Reperire questa trilogia è semplice -su piattaforme streaming, come Netflix, per i precedenti capitoli e al cinema per il film conclusivo- difficile sarà non versare una lacrima alla fine di questa entusiasmante esperienza.

I bambini delle fate

By Febbraio 13, 2019

Oggi ha inizio il nostro viaggio sull’isola che non c’è, l’isola dei bambini, quelli sperduti, quelli che credono nelle fate, loro che vivono di fantasia ed immaginazione.

La mia avventura nel mondo incantato dei bambini ha origine in quello che doveva essere un lavoretto part time, conciliabile con gli impegni universitari e la mia grande passione:la danza .

Iniziai per gioco e per caso a collaborare con una agenzia che aveva la caratteristica di portare un po' di magia a casa dei suoi piccoli e super esigenti clienti, cosi non ero più la solita baby sitter noiosa ed annoiata ma una fata con tanto di ali e bacchetta magica!

Ho conosciuto tanti bambini e ognuno di loro mi ha  portato per un pò a spasso per la propria fantasia ,ho giocato con bambole bellissime e mostriciattoli disgustosi, ho ritrovato quelle verità che appartengono all'infanzia.. i bambini sono una fonte inesauribile di crescita .. 

uno di loro mi ha stravolta e cambiata nel profondo ..

tutto iniziò con la solita telefonata di presentazione : 

"È un bambino di quasi tre anni, non parla ancora e non si relaziona con nessuno perché ha un legame morboso con la mamma....

te la senti ? “

Queste le prime parole su Andrea, il bambino con più mondo dentro che fuori ..

" Si me la sento... troverò il modo di attirare la sua attenzione, dopotutto è solo un bambino !"

....Eh no ! Andrea non è solo un bambino, è il mio passo nel vuoto, un viaggio, una continua scoperta, una lotta, uno sguardo assente e profondo da annegarci dentro, è vita ! quella vera che si misura passo dopo passo, conquista dopo conquista, è l'arcobaleno intero ma posizionato ben diritto, altrimenti gli da fastidio... è emozione, stupore e crescita, la sua, insieme alla mia.

Serie Tv da non perdere

By Febbraio 12, 2019

Sei anche tu uno di quelli che appena sta per finire ne hai subito voglia di un'altra? Se la tua risposta è si resta qui mettiti comodo e ti elencherò 3 Serie Tv da non perdere. Si certo hai letto bene, Serie Tv. 

 

BREAKING BAD : Dopo aver saputo di avere un cancro terminale ai polmoni, il mite Walter White, professore di chimica al liceo, con l'aiuto di Jesse Pinkman, suo ex-studente, decide di iniziare a produrre e spacciare cristalli di metanfetamina: con i proventi derivanti dal losco traffico, intende salvaguardare la sua famiglia, in modo che sua moglie Skye, suo figlio Walter Jr., disabile, e la figlia in arrivo possano avere sufficienti mezzi di sussistenza anche dopo la sua morte. 
GENERE: CrimeDramaThriller
NETWORK: 
Netflix

 

 

BLACK MIRROR : Quanto e come la tecnologia, i media e i social network influiscono sulla nostra vita quotidiana? E quali conseguenze ed effetti hanno sulle nostre interazioni a carattere sociale? Il futuro è già qui?
GENERE: DramaSci-fi
NETWORK: Netflix

 

 

BOJACK HORSEMAN : BoJack Horseman, un cavallo antropomorfo, è stato il protagonista di Horsin' Around, una sitcom andata in onda con molto successo negli anni Novanta. A distanza di vent'anni, BoJack vuole iniziare una nuova fase della sua vita e della sua carriera.
GENERE: AnimazioneComedy
NETWORK: Netflix

 

 

Viva er teatro,dove tutto è finto,
ma niente c'è de farzo e questo è vero
e tu lo sai da prima se s'è tinto,
Otello er moro,oppuramente è nero,

 

nessun attore vero,vo' fa crede
spignenno forte sull'intonazione,
che è tutto vero quello che se vede,
lui vole fa' capi' che è na finzione,

 

se je tocca morì sopra le scene
è vero che nun more veramente,
senno' che morirebbe cosi' bene?

 

capisci si com'è? Famme er piacere,
se morisse de morte veramente,
nun potrebbe morì tutte le sere.

Cominciamo il nostro viaggio nel mondo del Teatro. Per la prima tappa, ho preso in prestito questo sonetto di Trilussa, per parlarvi di un quesito che in molti si pongono: Ma gli attori fingono?
Bè sicuramente il teatro è una finzione, in questo sonetto però si parla di una finzione onesta, quella dell'attore appunto.
E' onesta perchè in scena non è l'attore a dover essere vero bensì il personaggio.
Come dice il sonetto, se all'attore in scena dovesse essere richiesto di morire è perchè il personaggio che lo richiede e a quel punto sarà l'interpretazione a dover essere vera affinchè il pubblico possa credere che quell'uomo sia davvero morto in quel momento.
Il più bel complimento alla fine di uno spettacolo, per me, non è tanto sentirsi dire: <Bravo hai recitato bene> ma <Bravo TI HO CREDUTO!!>
Per concludere ascoltate cosa ne pensa il MAESTRO Gigi Proietti!!

 

Un ragazzo entra in una scuola e con fucile in mano compie un'insensata strage.

Sicuramente è colpa dei videogiochi!

Un uomo con polso rigido e dita chiuse, colpisce la donna che tanto dice di amare.

Senza alcun dubbio è colpa dei videogiochi!

Potrei citarne tante altre di scene di crudele follia, quotidiana e non, e la società odierna darà la colpa ai videogiochi per la loro influenza diabolica.

Forse sarà soltanto una moda, in fin dei conti si è sempre ricercato un capro espiatorio alle nefandezze della razza umana, è sempre colpa di terzi se siamo "peccatori".

Ma la verità, dal punto di vista di un videogiocatore come me, è che videogiocare fa bene sia all'anima che al corpo.

È un anti-stress che aiuta a far esprimere il potenziale del nostro cervello, per molti rinchiuso in un cassetto (il potenziale).

Infatti il nostro organo che separa un orecchio dall'altro, è capace di magnifiche e strabilianti prodezze, grazie alla sua più grande proprietà, la neuroplasticità. Una parola lunga e incespicosa, rappresentante dell'insieme di tutti i processi che lo rendono (il cervello) adattivo e responsivo, quindi che rende noi capaci del tanto anelato multi-tasking, cioè, riuscire a fare più cose contemporaneamente sempre al meglio.

Tenere un controller in mano, mentre si osserva la tv, e si cerca di fuggire da nemici, centrando qualche cranio all'occorrenza, dunque, non alimenata l'odio e la violenza. Al contrario, rende più produttivi ed efficienti sul lavoro, e aiuta a curare disturbi e malattie. 

Tutto questo non lo dice un videogiocatore come me, ma studi di medici e scienziati. 

Ad esempio, nel 2007 e nel 2009 Rosser e Schlickum riescono a provare che chirurghi, che oltre ad un bisturi, sanno impugnare anche un controller, sono più abili rispetto ad altri che non sanno chi sia Lara Croft. E continuo citando il dottor Roger Li, che con il suo studio, scoprì il grande aiuto dei videogiochi nel curare l'occhio pigro. E perché non citare l'italiano Sandro Franceschini e il suo studio presso l'università di Padova su come il videogioco aiuti nel trattamento della dislessia

E di studi che comprovano tutto questo ed altro ancora, ne esistono tanti e continuano ad aumentare, poiché si è riscontrato come il videogioco influisca con grandi benefici sugli anziani, ma anche sull'integrazione dei bambini in ambienti estranei a loro. 

La scienza ha parlato e continua a parlare, al fine di non denigrare il videogiocatore, ma, anzi, cercando di far capire alle persone che per capire il videogioco e le sue proprietà benefiche, bisogna provarlo, senza mai esagerare (il medico consiglia massimo un ora e mezza di gioco al giorno). 

In fin dei conti, se le persone, (anziani, ragazzi, bambini) sono violente e piene di odio, una soluzione potrebbe essere parlarci e, forse, sedersi insieme e sfidarsi a Steet Fighter. 

 

 

"Su il sipario"

By Febbraio 11, 2019

Ciao a tutti. Mi presento sono Domenico e fin da piccolo sono sempre stato affascinato dal palcoscenico, dalle luci e dagli applausi. Questa mia grande passione è diventata anche il mio mestiere. Da oggi cercherò se me ne darete la possibilità di farvi intraprendere un viaggio. Dove? Nel fantastico mondo del teatro e soprattutto del "Musical" la mia più grande passione. Ma non si parlerà solo ed esclusivamente di questo genere anzi, parleremo di questo e molto altro ancora. Non vi resta che mettervi comodi sulla vostra poltrona e......SU IL SIPARIO!!!!!

Quello su cui mi soffermerei oggi è un argomento che mi sta molto a cuore.
Pur essendo nel 2019 la gente proprio non ci arriva a superare certi pregiudizi e mi dispiace dirlo. Mi spiego meglio. Il fenomeno del "coming out" credo sia ormai da abolire. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, ne dubito fortemente, mi riferisco alle persone omosessuali che devono per forza ammettere di esserlo e dichiararlo al mondo.
Se fossimo in un mondo senza pregiudizi non ci sarebbe bisogno di dichiarare una diversità. Secondo il mio pensiero questa diverdità non esiste, si può amare chi si vuole e di conseguenza è inutile dichiarare ciò che si è. Pensateci bene, se fosse davvero normale, come si vul far credere, amare persone del proprio sesso questo non farebbe più notizia e di conseguenza neppure l'uscire allo scoperto. Ecco il motivo per cui credo che il fenomeno del coming out sia ormai obsoleto.
Spesso ci troviamo di fronte a persone che ostentano apertura mentale ma che hanno l'esigenza di sapere con chi va a letto il uso interlocutore.

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