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Mi rendo conto che ormai è inusuale ma oggi vorrei soffermarmi a parlare di buome maniere.
Lo so ragazzi, ormai chi segue il "bon ton" a volte è preso anche in giro. Viene visto come il "diverso", capita che non venga accettato socialmente. Sapete perchè? Non è più di moda. Sono pochissime le persone che apprezzano le regole del "buon costume". Oggi attira maggiormente chi infrange queste regole, chi le deride. Il ribelle, si sa, attira da sempre e anche in questo caso non si fa eccezione.
Un tempo tutti rispettavano le norme del buon costume e chi non lo faceva era in minoranza. Oggi si ragiona al contrario. Si sta eccedendo in manera opposta. Il rispetto per gli altri è diminuito notevolmente. Per questo motivo credo sia opportuno riflettere su questo e tornare ad apprezzare le buone maniere.
Ma come e quando nasce il "Galateo"?
Il primo autore del Galateo fu Clemente Alessandrino che nel suo "Il pedagogo" propose le regole per stare a tavola, vestirsi, come parlare correttamente fino anche all'uso dei profumi.
L'umanista Erasmo da Rotterdam propose delle regole di buone maniere nella sua opera "De la Civilité puérile" (o De civilitate morum puerilium) e nel suo trattato sull'educazione precoce dei bambini. Queste regole sono indirizzate a chiunque, qualsiasi sia la classe sociale di appartenenza. Queste regole, innovative rispetto al passato, hanno anche influenzato le opere letterarie che seguirono.
In Italia, Giovanni Della Casa scrisse tra il 1551 e il 1555 un trattato (pubblicato nel 1558, dopo la sua morte) il cui titolo "Galateo overo de' costumi" divenne celebre a tal punto che in italiano la parola galateo significa l'insieme delle norme riferite alla buona educazione.
Anche nel medioevo c'era un galateo che disponeva le regole per stare a tavola, ad esempio di non mettere le ossa nel piatto comune, ma piuttosto di posarle per terra e lasciare che i cani le mangiassero.
Come si può notare,all'epoca,si sentiva una grande necessità di regole e di sapersi comportare in pubblico. Alcune di queste regole sono quelle che usiamo ancora oggi. Ad esempio.
Al ristorante: quando ci si siede a tavola il tovagliolo si tiene aperto sulle gambe, schiena eretta, staccata dalla sedia. Il capotavola aspetta che i piatti di tutti i commensali siano serviti, e viceversa i commensali aspettano che il capotavola incominci per primo il suo pranzo. Prima di servire il secondo, bisogna aspettare che tutti i commensali abbiano terminato il primo. È maleducazione mangiare il pane prima di essere serviti o fra un piatto e l'altro, bere senza prima aver passato l'acqua o il vino al commensale alla propria destra o sinistra che ha il bicchiere vuoto.
Nelle presentazioni: si presenta sempre la persona più importante per prima preceduta dal titolo di maggiore rilievo (di studio, incarico professionale o nobiliare), la stretta di mano non avviene mai da seduti ma alzandosi in piedi e porgendo la mano destra, ed è la persona alla quale ci si presenta, non quella presentata, che dovrebbe porgere per prima la mano. Per l'uomo è d'obbligo alzarsi, mentre non lo è per le donne.
A tavola: la coppia si siede vicina e le donne stanno una di fronte all'altra come gli uomini in modo da poter discutere tranquillamente.
Precedenze: l'uomo cede sempre il passo alla donna uscendo da un luogo chiuso ed entrando in un ambiente privato e conosciuto, come la casa di parenti o amici; quando invece si apprestano ad entrare in un locale pubblico, come un bar o un ristorante, deve essere l'uomo a precedere. Questa usanza ha origini antiche; nella tradizione cavalleresca, infatti, era il cavaliere ad ispezionare un luogo prima della dama, poiché una taverna poteva ospitare risse o altri disordini a lei poco adatti.
Al giorno d’oggi non esiste più il galateo così come designato da Monsignor Della Casa: i costumi si sono evoluti e, con il passare del tempo, ogni consiglio scritto dall’uomo sembra essere stato superato. Questo, però, non vuol dire che non esistano più regole da seguire: l’etichetta è in continua evoluzione e riesce a unire sia nuove esperienze che vecchi usi. Se, dunque, cambia nella sua sostanza, lo scopo del galateo è sempre lo stesso: il rispetto del prossimo, una convivenza gradevole tra individui e una società più armoniosa per il benessere di tutti.
Queste sono solo alcune delle regole più importanti che purtroppo consideriamo obsolete. In realtà credo che chi le rispetta possa fare la differnza e dare nuovamente importanza alle persone come lo si faceva un tempo.Il galateo dovrebbe essere adottato per ogni azione del vivere quotidiano.
Fatemi sapere come al solito cosa ne pensate e se fate parte di quei pochi eletti che rispettano queste norme. Besitossssssss
.... Ciao.
Voglio innanzitutto dirvi che ho trent'anni e mi sento molto vecchio. Non riesco più ad accettare questo mio stato di vecchio, ma ci devo convivere. Inizia la dieta, parla bene davanti alle persone, comportati come si deve, sii schietto ma con riserva, fai le cose per il Domani e soprattutto la parola che odio di più: SISTEMATI!!!
Ho noia, in ogni mia azione, mi scoccio, anche scrivervi ora quello che penso per me è faticoso. La pigrizia è scritta come "Segni Particolari" sulla mia Carta d'Identità, ma lo faccio perché vi voglio bene (e anche perché scrivo veramente poco e dall'alto dei cieli magari arriva un fulmine fastidioso ed essendo pigro, odio ogni tipo di fastidio).
Improvvisamente vi chiederete, da buoni lettori che siete, cosa c'entra tutto questo con il titolo di questo blog?
Ragazzi, ho trent'anni... TRENT'ANNI (scritto in maiuscolo fa più paura, vero?!), quel nome per me è un #mood per usare l'orribile hashtag che personalmente mi stanno antipatici.
Cristina D'Avena, uno stato d'animo che vivo ogni volta che la immagino. Mi ha suonato la colonna sonora dell'infanzia, mi ha svezzato, c'era anche quando mi sono innamorato. C'è stata in tutti i miei pomeriggi ad allietare il mio pomeriggio e farmi anche ballare qualche volta. Era alla fine di ogni mio cartone animato preceduto da ogni compito per casa assegnato dalle maestre e, qualche volta, l'ascoltavo anche mentre facevo i compiti mentre iniziava il mio Batman.
Alle medie era ancora presente, quegli anni l'ho ascoltata ancora di più, lo studio non m'apparteneva ne tanto meno avevo voglia di studiare cose complicate, meglio cantare "Siamo Fatti così" oppure "Rossana".
Al liceo l'ho ascoltata di meno, iniziavano gli impegni importanti, era il periodo delle prime uscite serie, dove ci si doveva dare un tono tra i "Giovani" e dovevo essere Figo e non più pischello, e quindi aprii la gabbia e misi il mio piccolo un po' a riposo, ma lui continuava a cantare la mitica voce D'Avena.
Man mano cresco, continuo la mia vita, faccio danni, guai impressionanti con me stesso, con le persone che amo, con le cose che mi circondano e faccio vincere sempre la mia testardaggine che voleva assolutamente impegnarsi per il sogno della sua vita che sarà sempre lì, assolutamente pronto e caparbio nel raggiungerlo.
Intanto si continua.
Il 5 Marzo, lo so, vi ho disintegrato gli apparati genitali nel dirvelo, ma ritorno solo all'apice di questo blog: ho ufficialmente compiuto 30 anni (sta volta ve lo scrivo con il numero, così vi rendete conto che il 3, numero perfetto per il mondo, ha preso ormai il sopravvento sul mio tempo) e l'ho fatto vestito da Batman.
In questi giorni, dopo quasi un mese, mi sono ritrovato ad ascoltarla, Cristina intendo, con uno dei suoi album con i duetti, eh... Ragazzi, la gabbia è praticamente scoppiata creando un foro enorme, il piccolo marmocchio che alle 14 di ogni pomeriggio fino alle 19 guardava i cartoni animati preceduti da quella voce impressionante e Potentissima come una bomba atomica è uscito, non ce l'ha fatta a rimanere chiuso lì, si è rivelato in Lacrime profonde, Singhiozzi, Risate Imbecilli (perché ridere urlando come un pazzo si può solo dire così) e Ricordi.
ha vinto lui, il piccolo che è in me ha acceso quella fiamma che a 30 anni è ancora viva. Non s'invecchia a caso, ho avuto un attacco di Nostalgia.
Voglio tornare a quei giorni spensierati con mamma che mi preparava la merendina con la cioccolata;
voglio tornare a quei giorni dove ogni cosa era leggera come un palloncino ad elio;
voglio tornare a giocare con i miei Action Man che, fortunatamente e lo ringrazio, mio Padre non mi faceva mai mancare con moltissimi sacrifici ma con il giusto modo di "Aspettare" quello che volevo;
voglio tornare a giocare con mio fratello con i "pupazzetti" a calcio e vincere sempre;
voglio tornare in quegli anni di assoluta spensieratezza, pieni di "Attimi di Dimenticanza"... Pieni di Felicità...
Cristina, non leggerai mai il mio blog, non sarai mai lì a leggere queste sciocchezze che ho vissuto durante la mia fanciullezza;
ma voglio ringraziarti: con la tua voce mi hai fatto rivivere il viaggio più importante della mia vita, sei riuscita a liberare quel pargolo spensierato che c'era e che per colpa della gabbia composta da Impegni, Limitazioni, Doveri e Fatica era solamente in letargo per tanti anni.
Sei la mamma che ha cantato i miei pomeriggi come la mia dolcissima Mamma che mi cantava la ninna nanna di notte, tu però mi facevi divertire e non dormire, e questo è anche meraviglioso.
Non ho altro da dire, non posso che aggiungere solamente una parola, quella che racchiude il motivo di questo blog estremamente lungo: Grazie Cristina D'Avena!!!!
Tutte le volte che si legge una fiaba, per lavoro o a dei piccoli bambini a letto, perché sì infondo è emblematica quella scena in cui si vede un papà o una mamma ai piedi del letto del proprio figlio a raccontare una fantastica storia per farlo addormentare, infondo soprattutto in questi mondi si torna sempre un po' bambini anche chi a volte è troppo indaffarato per lavoro o perché sta troppo sui social o chi è addirittura cinico nei confronti della spensieratezza, grazie alla fiaba, è capace di riflettere e di concedersi qualche viaggio mentale che lo aiuti a crescere, esplorare e scoprire altri mondi al di fuori del suo. L'utilizzo di tale genere accresce ancor di più un reale avvicinamento fra culture differenti, perché anche se la vita viene condotta in maniera completamente diversa, il "c'era una volta" delle favole è comune a tutto il mondo, perché Cenerentola, Biancaneve e la Bella Addormentata fanno parte di tutto il mondo; le fiabe aiutano a crescere con la consapevolezza che tutto è semplicemente un avanzare del tempo e che tutte le persone saranno sempre dei fanciullini. Ad oggi però molti si sono resi conto che la fiaba è divenuta una piccola se pur importante branca della comunicazione,perché Rapunzel non è considerata una ragazza dolce e spensierata, Cenerentola una poverella e Biancaneve salvata dal principe, tutto è cambiato, tutto si è trasformato , anche se la fiaba può essere intesa, considerata a volte, come luogo di ipotesi, dubbio e del perché, un po' come i social oggi, eh si perché essa ci può dare le chiavi per entrare in un'altra realtà fatta di nuove strade ed inoltre può aiutare un bambino a conoscere il mondo e ad una persona adulta di capire che l'età è solo un numero e che la memoria, la fantasia e la fanciullezza sono sempre dietro l'angolo, basta svoltarlo. Alla fine c'era una volta un utente che scriveva post perché voleva comunicare qualcosa può essere uguale a c'era una volta Peter Pan, un bambino che non voleva crescere. Una storia di ieri e di domani, in principio una fiaba e di sicuro lo sarà sempre.
So già che me ne pentirò ma oggi parliamo di paranormale. Me ne pentirò semplicemete per il fatto che solo scriverendo la parola mi si gela il sangue. E' vero ragazzi, sono una fifona.
Il problema è che pur avendo una paura matta sono estremamente affascinata da questi fenomeni. Rientrano nel paranormale tutti i fenomeni non spiegati dalla scienza e contrari alle leggi della fisica.
Secondo i parapsicologi, invece, esistono situazioni non spiegabili in base alle leggi scientifiche attuali. Loro si aspettano che delle ricerche in futuro spieghino queste anomalie anche se ritengono che non sarà possibile fino a che non ci sarà una vera e propria rivoluzione nella scienza come la conosiamo oggi. La definizione di fenomeno anomalo è data dagli stessi parapsicologi. Ci sono tantissime testimonianze che ne confermano l'esistenza. A tal proposito nel 1989 nasce Il CICAP (inizialmente acronimo di Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, cambiato dal 24 settembre 2013 in Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). Si tratta di un'organizzazione educativa fondata per promuovere l'indagine scientifica e critica su queste manifestazioni e più in generale sulle pseudoscienze (scienze non verificabili).
Il mondo, però, si divide in scettici e credenti, soprattutto quando si affronta questo tema. Ricordiamo che nessun fenomeno del genere è stato provato come esistente.
Precisiamo, io sono una grande scettica ma credo che il mio sia un alibi che uso per "proteggermi". Sono la classica persona che appena si affronta un discorso di questi tipo corre via.
Devo ammettere, però, che se è stato fondato un comitato e se ne parla da anni qualcosa di vero ci dovrà pur essere. Ufo, possessioni demoniache, telecinesi, sono fenomeni sui queli ci sono grandi interrogativi. Il vero dilemma è capire se è tutto vero o c'è autosuggestione. Io sono di questa seconda corrente di pensiero.
Ragazzi, prima di fare teorie cospirazionistiche o giudicare tutto come vero poniamoci delle domande. La prima è : "Ciò che ho appena visto è spiegabile con la logica?". Se così non fosse vediamo fino a che punto e poi traiamo le nostre conclusioni. Ci sono tantissime serie televisive e film che influenzano il nostro ragionamento, me ne rendo conto. L'importante è viaggiare troppo con la fantasia. Capisco l'adrenalina e il fascino della "suspance" ma qua c'è chi poi di notte non dorme ( io chiaramente).
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosissima di leggere le vostre opinioni. Ci credete o no?
Besitossssss.
Attese infinite per vedere un'azione di Holly diventare Goal, oppure un onda energetica arrivare in faccia al cattivo turno, mi hanno reso paziente; Lady oscar e Andromeda hanno rafforzato l'accettare le diversità degli altri; e non dimentichiamoci delle tartarughe ninja e dei power rangers che sottolineavano l'importanza della famiglia e degli amici.
Che cartoni animati meravigliosi, pieni di significato.
Per niente, forse quelli di oggi sono più educativi e hanno più senso nella loro sceneggiatura.
E come dare del violento a chi è cresciuto seguendo Stallone e Schwarzenegger al cinema.
Guardiamoci allo specchio!
- Diamo ricompense per il loro giusto comportamento;
- Gli perdoniamo ogni errore oppure glielo facciamo pesare troppo, così da far perdere l'autostima in se stessi;
- Fin da piccoli li priviamo della loro fantasia, trattandoli come adulti, privandoli del loro tempo libero, riempendoli di attività da fare;
- Ci dimentichiamo di farli uscire in strada, ma non ci dimentichiamo di renderli competitivi;
- Li priviamo del contatto con la natura, incatenandoli ad uno smartphone.
- Prima tutti erano più severi;
- Si preferiva lasciare i figli in mezzo alla strada, perché ne erano troppi da badare;
- I problemi dei ragazzi non erano presi in considerazione;
- Si puniva facilmente e dolorosamente;
- Mancava l'affetto del padre, poiché l'unico a lavorare;
- I ragazzi avevano paura di esprimere il loro essere.
LA MIGLIORE EDUCAZIONE
Ieri come oggi, ci sono sempre stati genitori capaci di educare uomini di grande spessore, capaci, anche, di dare un grande contributo alla società.
- Date affetto ai vostri figli, ma non li viziate;
- Educateli nel rispetto di tutti e di tutto, quindi, prima di tutto, dovete essere voi rispettosi verso tutti e tutto;
- Bisogna educarli alla civiltà non come cani, ma come esseri umani, non premiateli per ogni cosa giusta, ma complimentatevi con loro esaltando il bel gesto;
- Non puniteli, ma,l'errore, fateglielo capire con gentilezza, e se lo fa un'altra volta, è un bambino, ci vuole tempo per insegnargli cosa è sbagliato, ci vuole pazienza;
- Abituateli a stare in contatto con la natura, a rispettarla e a tenerne cura;
- Fategli fare dello sport, scegliendolo insieme, uno e uno solo;
- Educhiamoli alla tecnologia, usando anche lo strumento di parental control e giocando con loro ai videogiochi, comprendendo il loro mondo;
- Calatevi nei loro panni quando si lamenta per qualcosa., ad esempio, se non vuole mangiare, non siate pronti a preparargli qualcos'altro, non mangia, non avrà fame;
- Insegnategli a provare nuovi gusti e emozioni, non assecondate il loro timore, nuovo non significa terrificante.
CONCLUSIONI
Oggi è stata la nostra giornata. La giornata di chi con tanto sacrificio, amore e passione lavora in questo fantastico mondo, dagli attori all'ultimo degli attrezzisti.
Ma è soprattutto la "festa" di chi ama il Teatro sia dal palco che dalla platea.
Sono ben 14 anni che sono in quesot meraviglioso mondo e sono davvero tante le avventure vissute in questi anni così come spero che ce ne siano ancora. Un amore unico, viscerale, passionale quello che lega me come tanti altri a quelle magiche tavole in legno.
Il Teatro è vita!!
A teatro si vive un'esistenza parallela. Come diceva il grande Eduardo: "A teatro si vive sul serio, quello che gli altri nella vita recitano male".
Oggi se mi fosse possibile avere qui tutti i personaggi che ho interpretato e vissuto sulla scena fino ad ora, a ognuno di loro direi: GRAZIE!
Grazie perchè ognuno di voi mi ha lasciato qualcosa nel cuore e nell'anima e mi ha fatto crescere professionalmente ma sopratutto umananmente. Vi voglio bene tutti miei cari personaggi sia che voi siate buoni o cattivi belli o brutti.
Grazie mio caro Teatro per me ci sei stato in passato, ci sei oggi e ci sarai sempre.
Viva il Teatro!!!
Si è dissolto Stan Lee dopo lo schiocco i dita di Thanos. Triste sapere che sia morto un uomo che,ormai, per tutti gli appassionati di fumetti, era infinito. Ma la vita è così, nasci,cresci,crei decine di personaggi fantastici a cui si ispireranno generazioni di ragazzi, e poi muori, a 95 anni, giovincello e arzillo, tra un cameo e un altro. Probabilmente la sua morte è una trovata pubblicitaria, non si spiega come un uomo come Stan lee, pieno di idee bizzarre non ci sia più;avrebbe sicuramente continuato ad avere idee da mettere su carta, ve lo ricordate quando ha creato un eroe cieco? Daredevil lo chiamò, un pò di Spidearman, un pò di arti marziali e una bella storia drammatica alle spalle. Egli sapeva tutto, Stan lo sapeva, l'empatia è ed era la chiave di tutto. Certo, questa morte è fasulla, sarà stata un'idea di Ben Parker o addirittura Loki, Dio dell'inganno a creare tutto ciò, molto probabilmente ora Stan è su una spiaggia di Miami a sorseggiare un Martini come fa Pepper Potts con il suo Iron Man. Hulk triste, Fury piangerebbe con un solo occhio, scaterenebbe il tuono Thor e userebbe la gemma del tempo Dottor Strange, una cosa però è certa, ora Stan Lee è tra le braccia di Hela.
Meno di un mese è un altro suo capolavoro uscirà nelle sale cinematografiche, forse l'ultimo in cui ci saranno tutti, ma sì è vero Thanos ha schioccato le dita nel precedente film, ma riprendendo una frase detta proprio da uno dei personaggi, " Ti assicuro fratello, il sole brillerà nuovamente su di noi".
Noi, nel frattempo, aspettiamo e speriamo.