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Mi rendo conto che ormai è inusuale ma oggi vorrei soffermarmi a parlare di buome maniere.
Lo so ragazzi, ormai chi segue il "bon ton" a volte è preso anche in giro. Viene visto come il "diverso", capita che non venga accettato socialmente. Sapete perchè? Non è più di moda. Sono pochissime le persone che apprezzano le regole del "buon costume". Oggi attira maggiormente chi infrange queste regole, chi le deride. Il ribelle, si sa, attira da sempre e anche in questo caso non si fa eccezione.
Un tempo tutti rispettavano le norme del buon costume e chi non lo faceva era in minoranza. Oggi si ragiona al contrario. Si sta eccedendo in manera opposta. Il rispetto per gli altri è diminuito notevolmente. Per questo motivo credo sia opportuno riflettere su questo e tornare ad apprezzare le buone maniere.
Ma come e quando nasce il "Galateo"?
Il primo autore del Galateo fu Clemente Alessandrino che nel suo "Il pedagogo" propose le regole per stare a tavola, vestirsi, come parlare correttamente fino anche all'uso dei profumi.
L'umanista Erasmo da Rotterdam propose delle regole di buone maniere nella sua opera "De la Civilité puérile" (o De civilitate morum puerilium) e nel suo trattato sull'educazione precoce dei bambini. Queste regole sono indirizzate a chiunque, qualsiasi sia la classe sociale di appartenenza. Queste regole, innovative rispetto al passato, hanno anche influenzato le opere letterarie che seguirono.
In Italia, Giovanni Della Casa scrisse tra il 1551 e il 1555 un trattato (pubblicato nel 1558, dopo la sua morte) il cui titolo "Galateo overo de' costumi" divenne celebre a tal punto che in italiano la parola galateo significa l'insieme delle norme riferite alla buona educazione.
Anche nel medioevo c'era un galateo che disponeva le regole per stare a tavola, ad esempio di non mettere le ossa nel piatto comune, ma piuttosto di posarle per terra e lasciare che i cani le mangiassero.
Come si può notare,all'epoca,si sentiva una grande necessità di regole e di sapersi comportare in pubblico. Alcune di queste regole sono quelle che usiamo ancora oggi. Ad esempio.
Al ristorante: quando ci si siede a tavola il tovagliolo si tiene aperto sulle gambe, schiena eretta, staccata dalla sedia. Il capotavola aspetta che i piatti di tutti i commensali siano serviti, e viceversa i commensali aspettano che il capotavola incominci per primo il suo pranzo. Prima di servire il secondo, bisogna aspettare che tutti i commensali abbiano terminato il primo. È maleducazione mangiare il pane prima di essere serviti o fra un piatto e l'altro, bere senza prima aver passato l'acqua o il vino al commensale alla propria destra o sinistra che ha il bicchiere vuoto.
Nelle presentazioni: si presenta sempre la persona più importante per prima preceduta dal titolo di maggiore rilievo (di studio, incarico professionale o nobiliare), la stretta di mano non avviene mai da seduti ma alzandosi in piedi e porgendo la mano destra, ed è la persona alla quale ci si presenta, non quella presentata, che dovrebbe porgere per prima la mano. Per l'uomo è d'obbligo alzarsi, mentre non lo è per le donne.
A tavola: la coppia si siede vicina e le donne stanno una di fronte all'altra come gli uomini in modo da poter discutere tranquillamente.
Precedenze: l'uomo cede sempre il passo alla donna uscendo da un luogo chiuso ed entrando in un ambiente privato e conosciuto, come la casa di parenti o amici; quando invece si apprestano ad entrare in un locale pubblico, come un bar o un ristorante, deve essere l'uomo a precedere. Questa usanza ha origini antiche; nella tradizione cavalleresca, infatti, era il cavaliere ad ispezionare un luogo prima della dama, poiché una taverna poteva ospitare risse o altri disordini a lei poco adatti.
Al giorno d’oggi non esiste più il galateo così come designato da Monsignor Della Casa: i costumi si sono evoluti e, con il passare del tempo, ogni consiglio scritto dall’uomo sembra essere stato superato. Questo, però, non vuol dire che non esistano più regole da seguire: l’etichetta è in continua evoluzione e riesce a unire sia nuove esperienze che vecchi usi. Se, dunque, cambia nella sua sostanza, lo scopo del galateo è sempre lo stesso: il rispetto del prossimo, una convivenza gradevole tra individui e una società più armoniosa per il benessere di tutti.
Queste sono solo alcune delle regole più importanti che purtroppo consideriamo obsolete. In realtà credo che chi le rispetta possa fare la differnza e dare nuovamente importanza alle persone come lo si faceva un tempo.Il galateo dovrebbe essere adottato per ogni azione del vivere quotidiano.
Fatemi sapere come al solito cosa ne pensate e se fate parte di quei pochi eletti che rispettano queste norme. Besitossssssss

.... Ciao.

Voglio innanzitutto dirvi che ho trent'anni e mi sento molto vecchio. Non riesco più ad accettare questo mio stato di vecchio, ma ci devo convivere. Inizia la dieta, parla bene davanti alle persone, comportati come si deve, sii schietto ma con riserva, fai le cose per il Domani e soprattutto la parola che odio di più: SISTEMATI!!!

Ho noia, in ogni mia azione, mi scoccio, anche scrivervi ora quello che penso per me è faticoso. La pigrizia è scritta come "Segni Particolari" sulla mia Carta d'Identità, ma lo faccio perché vi voglio bene (e anche perché scrivo veramente poco e dall'alto dei cieli magari arriva un fulmine fastidioso ed essendo pigro, odio ogni tipo di fastidio).

Improvvisamente vi chiederete, da buoni lettori che siete, cosa c'entra tutto questo con il titolo di questo blog?

Ragazzi, ho trent'anni... TRENT'ANNI (scritto in maiuscolo fa più paura, vero?!), quel nome per me è un #mood per usare l'orribile hashtag che personalmente mi stanno antipatici.

Cristina D'Avena, uno stato d'animo che vivo ogni volta che la immagino. Mi ha suonato la colonna sonora dell'infanzia, mi ha svezzato, c'era anche quando mi sono innamorato. C'è stata in tutti i miei pomeriggi ad allietare il mio pomeriggio e farmi anche ballare qualche volta. Era alla fine di ogni mio cartone animato preceduto da ogni compito per casa assegnato dalle maestre e, qualche volta, l'ascoltavo anche mentre facevo i compiti mentre iniziava il mio Batman.

Alle medie era ancora presente, quegli anni l'ho ascoltata ancora di più, lo studio non m'apparteneva ne tanto meno avevo voglia di studiare cose complicate, meglio cantare "Siamo Fatti così" oppure "Rossana".

Al liceo l'ho ascoltata di meno, iniziavano gli impegni importanti, era il periodo delle prime uscite serie, dove ci si doveva dare un tono tra i "Giovani" e dovevo essere Figo e non più pischello, e quindi aprii la gabbia e misi il mio piccolo un po' a riposo, ma lui continuava a cantare la mitica voce D'Avena.

Man mano cresco, continuo la mia vita, faccio danni, guai impressionanti con me stesso, con le persone che amo, con le cose che mi circondano e faccio vincere sempre la mia testardaggine che voleva assolutamente impegnarsi per il sogno della sua vita che sarà sempre lì, assolutamente pronto e caparbio nel raggiungerlo.

Intanto si continua.

Il 5 Marzo, lo so, vi ho disintegrato gli apparati genitali nel dirvelo, ma ritorno solo all'apice di questo blog: ho ufficialmente compiuto 30 anni (sta volta ve lo scrivo con il numero, così vi rendete conto che il 3, numero perfetto per il mondo, ha preso ormai il sopravvento sul mio tempo) e l'ho fatto vestito da Batman.

In questi giorni, dopo quasi un mese, mi sono ritrovato ad ascoltarla, Cristina intendo, con uno dei suoi album con i duetti, eh... Ragazzi, la gabbia è praticamente scoppiata creando un foro enorme, il piccolo marmocchio che alle 14 di ogni pomeriggio fino alle 19 guardava i cartoni animati preceduti da quella voce impressionante e Potentissima come una bomba atomica è uscito, non ce l'ha fatta a rimanere chiuso lì, si è rivelato in Lacrime profonde, Singhiozzi, Risate Imbecilli (perché ridere urlando come un pazzo si può solo dire così) e Ricordi.

ha vinto lui, il piccolo che è in me ha acceso quella fiamma che a 30 anni è ancora viva. Non s'invecchia a caso, ho avuto un attacco di Nostalgia.

Voglio tornare a quei giorni spensierati con mamma che mi preparava la merendina con la cioccolata;

voglio tornare a quei giorni dove ogni cosa era leggera come un palloncino ad elio;

voglio tornare a giocare con i miei Action Man che, fortunatamente e lo ringrazio, mio Padre non mi faceva mai mancare con moltissimi sacrifici ma con il giusto modo di "Aspettare" quello che volevo;

voglio tornare a giocare con mio fratello con i "pupazzetti" a calcio e vincere sempre;

voglio tornare in quegli anni di assoluta spensieratezza, pieni di "Attimi di Dimenticanza"... Pieni di Felicità...

Cristina, non leggerai mai il mio blog, non sarai mai lì a leggere queste sciocchezze che ho vissuto durante la mia fanciullezza;

ma voglio ringraziarti: con la tua voce mi hai fatto rivivere il viaggio più importante della mia vita, sei riuscita a liberare quel pargolo spensierato che c'era e che per colpa della gabbia composta da Impegni, Limitazioni, Doveri e Fatica era solamente in letargo per tanti anni.

Sei la mamma che ha cantato i miei pomeriggi come la mia dolcissima Mamma che mi cantava la ninna nanna di notte, tu però mi facevi divertire e non dormire, e questo è anche meraviglioso.

Non ho altro da dire, non posso che aggiungere solamente una parola, quella che racchiude il motivo di questo blog estremamente lungo: Grazie Cristina D'Avena!!!!

Tutte le volte che si legge una fiaba, per lavoro o a dei piccoli bambini a letto, perché sì infondo è emblematica quella scena in cui si vede un papà o una mamma ai piedi del letto del proprio figlio a raccontare una fantastica storia per farlo addormentare, infondo soprattutto in questi mondi si torna sempre un po' bambini anche chi a volte è troppo indaffarato per lavoro o perché sta troppo sui social o chi è addirittura cinico nei confronti della spensieratezza, grazie alla fiaba, è capace di riflettere e di concedersi qualche viaggio mentale che lo aiuti a crescere, esplorare e scoprire altri mondi al di fuori del suo. L'utilizzo di tale genere accresce ancor di più un reale avvicinamento fra culture differenti, perché anche se la vita viene condotta in maniera completamente diversa, il "c'era una volta" delle favole è comune a tutto il mondo, perché Cenerentola, Biancaneve e la Bella Addormentata fanno parte di tutto il mondo; le fiabe aiutano a crescere con la consapevolezza che tutto è semplicemente un avanzare del tempo e che tutte le persone saranno sempre dei fanciullini. Ad oggi però molti si sono resi conto che la fiaba è divenuta una piccola se pur importante branca della comunicazione,perché Rapunzel non è considerata una ragazza dolce e spensierata, Cenerentola una poverella e Biancaneve salvata dal principe, tutto è cambiato, tutto si è trasformato , anche se la fiaba può essere intesa, considerata a volte, come luogo di ipotesi, dubbio e del perché, un po' come i social oggi, eh si perché essa ci può dare le chiavi per entrare in un'altra realtà fatta di nuove strade ed inoltre può aiutare un bambino a conoscere il mondo e ad una persona adulta di capire che l'età è solo un numero e che la memoria, la fantasia e la fanciullezza sono sempre dietro l'angolo, basta svoltarlo. Alla fine c'era una volta un utente che scriveva post perché voleva comunicare qualcosa può essere uguale a c'era una volta Peter Pan, un bambino che non voleva crescere. Una storia di ieri e di domani, in principio una fiaba e di sicuro lo sarà sempre. 

Pet therapy

By Aprile 02, 2019
Andrea è un bambino impegnatissimo, oltre ai nostri pomeriggi di gioco e studio, le sue giornate sono stracolme di ogni genere di terapia , è un bambino fortunato, la sua mamma e il suo papà fanno in modo che non gli manchi nulla , che sia seguito dai migliori centri e dai terapisti più preparati.
Ogni giorno studia con un logopedista per spronarlo a sviluppare il linguaggio , psicomotricità perché i suoi movimenti siano più naturali, meno goffi e meccanici , terapie comportamentali per incanalare le emozioni, lavora per ridurre ai minimi termini le stereotipie, i comportamenti ripetitivi e anomali , va a scuola per integrarsi con altri al di fuori della mamma, che fino a poco fa, era l’unica con la chiave per il suo mondo incantato.. 
e poi c’è il suo terapista che gli fa conoscere e acquisire le autonomie .. bisogna capirlo se qualche volta è stanco e disinteressato .
io cerco di seguire alla lettera le indicazioni degli esperti che lo seguono sfruttando il legame che si è creato tra noi, sembra tutto più leggero , è un gioco ed è meno impegnativo per lui .
Oggi c’è un amica speciale con noi due, la migliore amica che si possa avere, è amore incondizionato! sono sicura che la sua compagnia farà bene ad Andrea : per giocare con lui oggi è venuta con me la mia cagnolina, un jack Russell di due anni , Penny un concentrato di energia e dolcezza, sono certa che sarà divertente . 
Avevo già avvisato Andrea che L avrei portata, che a lei piace giocare con le palline e che avrebbe dovuto trattarla con cura perché è piccina e delicata , e lui era entusiasta di fare questa nuova conoscenza .
Al mio arrivo lo trovo ad accogliermi alla porta tutto emozionato, mi saluta quasi come se io non esistessi .. ci ha messo poco a farmi passare in secondo piano..
 entriamo in casa e Penny gli va incontro scodinzolando tutta felice, lui ride e tenta di prenderla , lei sguiscia via come un anguilla, ma continua a girargli intorno felice, Andrea la chiama e la invita a seguirlo , lei lo accontenta , una volta nel salone le mostra una sorpresa che le ha preparato : insieme alla sua mamma ha messo da parte una serie di palline di gomma rimbalzanti dai suoi giochi , Penny impazzisce di felicità ne afferra una, poi un altra senza sosta, per lei è il paese dei balocchi 
 
“ Andrea ti va di giocare con Penny ?” 
La osserva incuriosito da ogni suo movimento , non ha mai avuto un cane, per lui è un esperienza tutta nuova 
 
“ scegli una pallina e prova a lanciargliela”
Segue il mio consiglio e sceglie la palla verde, penny la afferra al volo e glie la riporta , questo non se lo aspettava, pensava di rimanere lì a guardarla, non aveva idea forse di poterci interagire .. 
penny è instancabile e se le lanci la pallina una volta, dovrai farlo per tutta la tua permanenza in sua compagnia, ed è così che è andata per tutto il pomeriggio, hanno giocato al riporto e a inseguirsi.
la scena epica di penny che afferra Andrea dal pannolino per riprendersi il suo tesoro penso sia stato uno dei momenti più esilaranti di sempre !!! 
Dopo un po’ sono entrambi stanchi e Andrea offre una ciotola di acqua alla sua nuova amica, lei beve poi si accucciola con lui sul divano.
Sono le otto ed è ora di andare a casa, Andrea la saluta 
 
“ ciao Penny ci vediamo domani “ lei scodinzola e mi segue fuori ,
 
“Ciao Andrea! Vado via anche io eh ...”
Oggi non sono stata di suo interesse .. 
mi sventola la mano con le fossette delle guance in evidenza 
 
“ ciao anche a te Cecerica “
Mi snobba il nano .. !
sono contenta, sapevo che lei avrebbe attirato le attenzioni del mio piccolo principe,hanno giocato da soli senza di me e senza le sue fate..questo è un grande traguardo!!!
 
 



 
 
 
 

So già che me ne pentirò ma oggi parliamo di paranormale. Me ne pentirò semplicemete per il fatto che solo scriverendo la parola mi si gela il sangue. E' vero ragazzi, sono una fifona.
Il problema è che pur avendo una paura matta sono estremamente affascinata da questi fenomeni. Rientrano nel paranormale tutti i fenomeni non spiegati dalla scienza e contrari alle leggi della fisica.
Secondo i parapsicologi, invece, esistono situazioni non spiegabili in base alle leggi scientifiche attuali. Loro si aspettano che delle ricerche in futuro spieghino queste anomalie anche se ritengono che non sarà possibile fino a che non ci sarà una vera e propria rivoluzione nella scienza come la conosiamo oggi. La definizione di fenomeno anomalo è data dagli stessi parapsicologi. Ci sono tantissime testimonianze che ne confermano l'esistenza. A tal proposito nel 1989 nasce Il CICAP (inizialmente acronimo di Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, cambiato dal 24 settembre 2013 in Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). Si tratta di un'organizzazione educativa fondata per promuovere l'indagine scientifica e critica su queste manifestazioni e più in generale sulle pseudoscienze (scienze non verificabili).
Il mondo, però, si divide in scettici e credenti, soprattutto quando si affronta questo tema. Ricordiamo che nessun fenomeno del genere è stato provato come esistente.
Precisiamo, io sono una grande scettica ma credo che il mio sia un alibi che uso per "proteggermi". Sono la classica persona che appena si affronta un discorso di questi tipo corre via.
Devo ammettere, però, che se è stato fondato un comitato e se ne parla da anni qualcosa di vero ci dovrà pur essere. Ufo, possessioni demoniache, telecinesi, sono fenomeni sui queli ci sono grandi interrogativi. Il vero dilemma è capire se è tutto vero o c'è autosuggestione. Io sono di questa seconda corrente di pensiero.
Ragazzi, prima di fare teorie cospirazionistiche o giudicare tutto come vero poniamoci delle domande. La prima è : "Ciò che ho appena visto è spiegabile con la logica?". Se così non fosse vediamo fino a che punto e poi traiamo le nostre conclusioni. Ci sono tantissime serie televisive e film che influenzano il nostro ragionamento, me ne rendo conto. L'importante è viaggiare troppo con la fantasia. Capisco l'adrenalina e il fascino della "suspance" ma qua c'è chi poi di notte non dorme ( io chiaramente).
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosissima di leggere le vostre opinioni. Ci credete o no?
Besitossssss.

Sono nato negli anni '90, precisamente nel'94, la migliore annata. La mia educazione, capitanata da un aggressivo matriarcato (leggi qui per maggiori informazioni), è stata filtrata, oltre che da amici e scuola, anche da giorni passati di fronte la televisione.
Attese infinite per vedere un'azione di Holly diventare Goal, oppure un onda energetica arrivare in faccia al cattivo turno, mi hanno reso paziente; Lady oscar e Andromeda hanno rafforzato l'accettare le diversità degli altri; e non dimentichiamoci delle tartarughe ninja e dei power rangers che sottolineavano l'importanza della famiglia e degli amici.
Che cartoni animati meravigliosi, pieni di significato.
Migliori di quelli di oggi?
Per niente, forse quelli di oggi sono più educativi e hanno più senso nella loro sceneggiatura.
Allora perché i ragazzi di oggi non sono così educati?
 
 
DIAMO  LA COLPA AI VIDEOGIOCHI
 
È COLPA DEI VIDEOGIOCHIIIIIII! 1!1!1!1!1!1!!!1
Bene, persona che ti reputi educatore, sai benissimo che l'arte è catartica. Cioè, quando ammiri, provi, fai arte ti senti soddisfatto e liberi tutto il tuo nervosismo. Saprete sicuramente che il videogioco è definito come nuova arte, quindi, anche tramite esso, si arriva alla catarsi. Dunque se uno è violento, la colpa non è da dare a GTA.
E come dare del violento a chi è cresciuto seguendo Stallone e Schwarzenegger al cinema.
 
La colpa non è dei cartoni, non è dei videogiochi, non è dei film. Qual è la causa della maleducazione dei giovani d'oggi?
Non farei di tutt'erba un fascio, ma mi azzarderei a dare un consiglio:
Guardiamoci allo specchio!
 
 
DIAMO LA COLPA A NOI STESSI
 
Se c'è un'educazione sbagliata è colpa dei genitori, degli insegnanti, dei politici, dei VIP, dei social, quindi della società odierna. Ai ragazzi diamo troppe distrazioni senza lasciargli il libretto d'istruzioni e, sopratutto, senza spiegarglielo. 
Perché dovremmo farlo?
Perché preferiamo abbracciare la frenesia della vita di oggi, piuttosto che imbracciare un manuale di educazione civica. Allora sopperiamo a questa mancanza cercando di educare il bambino come se fosse un chihuahua in una borsetta:
  • Diamo ricompense per il loro giusto comportamento;
  • Gli perdoniamo ogni errore oppure glielo facciamo pesare troppo, così da far perdere l'autostima in se stessi;
  • Fin da piccoli li priviamo della loro fantasia, trattandoli come adulti, privandoli del loro tempo libero, riempendoli di attività da fare;
  • Ci dimentichiamo di farli uscire in strada, ma non ci dimentichiamo di renderli competitivi;
  • Li priviamo del contatto con la natura, incatenandoli ad uno smartphone.
Quindi era meglio prima?
  • Prima tutti erano più severi;
  • Si preferiva lasciare i figli in mezzo alla strada, perché ne erano troppi da badare;
  • I problemi dei ragazzi non erano presi in considerazione;
  • Si puniva facilmente e dolorosamente;
  • Mancava l'affetto del padre, poiché l'unico a lavorare;
  • I ragazzi avevano paura di esprimere il loro essere.

 

LA MIGLIORE EDUCAZIONE

Allora qual è la migliore educazione?
Naturalmente, voglio ricordare di non fare di tutt'erba un fascio.
Ieri come oggi,  ci sono sempre stati genitori capaci di educare uomini di grande spessore, capaci, anche, di dare un grande contributo alla società.
Non sono ne un esperto in educazione, ne un padre. Ma, da figlio, vorrei dare il mio contributo, piccoli e semplici consigli:
  • Date affetto ai vostri figli, ma non li viziate;
  • Educateli nel rispetto di tutti e di tutto, quindi, prima di tutto, dovete essere voi rispettosi verso tutti e tutto;
  • Bisogna educarli alla civiltà non come cani, ma come esseri umani, non premiateli per ogni cosa giusta, ma complimentatevi con loro esaltando il bel gesto;
  • Non puniteli, ma,l'errore, fateglielo capire con gentilezza, e se lo fa un'altra volta, è un bambino, ci vuole tempo per insegnargli cosa è sbagliato, ci vuole pazienza;
  • Abituateli a stare in contatto con la natura, a rispettarla e a tenerne cura;
  • Fategli fare dello sport, scegliendolo insieme, uno e uno solo;
  • Educhiamoli alla tecnologia, usando anche lo strumento di parental control e giocando con loro ai videogiochi, comprendendo il loro mondo;
  • Calatevi nei loro panni quando si lamenta per qualcosa., ad esempio, se non vuole mangiare, non siate pronti a preparargli qualcos'altro, non mangia, non avrà fame;
  • Insegnategli a provare nuovi gusti e emozioni, non assecondate il loro timore, nuovo non significa terrificante.

 

CONCLUSIONI

Non scarichiamo addosso ai ragazzi le nostre frustrazioni, le nostre insoddisfazioni. Non dobbiamo crescere una nuova e migliore versione di noi stessi o di come saremmo voluti essere. Dobbiamo aiutare i ragazzi ad esprimere loro stessi fungendo da grande guida, sempre presente a fargli capire ciò che è sbagliato e complimentandosi, sopratutto, per i loro giusti comportamenti.
Ripeto, non sono un padre e non sono un esperto in educazione, ma penso il primo passo per un'ottima educazione è essere soddisfatti di aver dato alla vita una creatura meravigliosa.

Oggi è stata la nostra giornata. La giornata di chi con tanto sacrificio, amore e passione lavora in questo fantastico mondo, dagli attori all'ultimo degli attrezzisti.

Ma è soprattutto la "festa" di chi ama il Teatro sia dal palco che dalla platea.

Sono ben 14 anni che sono in quesot meraviglioso mondo e sono davvero tante le avventure vissute in questi anni così come spero che ce ne siano ancora. Un amore unico, viscerale, passionale quello che lega me come tanti altri a quelle magiche tavole in legno.

Il Teatro è vita!!

A  teatro si vive un'esistenza parallela. Come diceva il grande Eduardo: "A  teatro si vive sul serio, quello che gli altri nella vita recitano male". 

Oggi se mi fosse possibile avere qui  tutti i personaggi che ho interpretato e vissuto sulla scena fino ad ora, a ognuno di loro direi: GRAZIE!

Grazie perchè ognuno di voi mi ha lasciato qualcosa nel cuore e nell'anima e mi ha fatto crescere professionalmente ma sopratutto umananmente. Vi voglio bene tutti miei cari personaggi sia che voi siate buoni o cattivi belli o brutti.

Grazie mio caro Teatro per me ci sei stato in passato, ci sei oggi e ci sarai sempre. 

Viva il Teatro!!!

Passano i giorni e i mesi e io ed Andrea siamo sempre più affiatati , a pomeriggi di gioco e collaborazione si alternano quelli caratterizzati dal più assordante silenzio alla gioia delle raggiunte autonomie si affiancano i momenti in cui stereotipie e frustrazione la fanno da padroni , noi non ci abbattiamo e non è concesso arrendersi alle defaillance abbiamo raggiunto un equilibrio e io sono fiera e soddisfatta di tutti i suoi, nostri traguardi che per chi è fuori da questa realtà sono impercettibili mentre per noi sono montagne enormi che abbiamo scalato e conquistato . 
Oggi è una “ si “ sono stata accolta con il più caloroso “ bentornata Cecerica !” Abbiamo fatto i nostri compiti giornalieri : stiamo imparando a tracciare le linee rette e quelle ondulate .. abbiamo giocato insieme preparato una pizza sporcandoci addirittura le manine cosa impensabile fino a qualche mese fa .
Mentre io sono impegnata a controllare la cottura della nostra opera d’arte culinaria , Andrea si assenta silenziosamente , non lo vedo gironzolare a mo di ape intorno a me non lo sento rovistare nella dispensa dei biscotti , non hai il suo tablet che è L unico momento di isolamento che gli è concesso .. inizio a preoccuparmi e aguzzo le orecchie per capire dove si sia cacciato : 
 
“Andrea dove sei ? Ti sei nascosto ?” 
 
Non mi risponde ma sento in sottofondo un chiacchiericcio provenire dall’ultima stanza infondo al corridoio , quella è la camera della sua mamma negli ultimi tempi lei si diletta a creare gioielli e accessori con pietre e metalli vari è una tipa creativa non si arrende alla pesantezza della quotidianità e ha sempre un modo nuovo per rendere le sue giornate interessanti e produttive . 
Mi avvicino alla stanza c’è Andrea che confabula con la mamma qualcosa di losco ..
A passo felpato mi metto sul uscio della porta ..
C’è una trattativa in atto Andrea ha chiesto alla sua mamma di prendere per se un oggetto dal suo tavolo di lavoro lei le sta chiedendo il motivo , lui risponde “ per Cecerica” 
Mi allontano appena lo sento muoversi nella stanza torno in cucina e faccio la vaga non riuscirà a tenermi un segreto siamo troppo amici alla prima domanda tirerà fuori le sue adorabili fossette con un sorrisone e mi dirà cosa ha combinato .
Torna da me con una manina nascosta dietro la schiena mi chiama 
 
“ ehi Cecerica “
 
“Ehi Andry dove eri ?” 
Mi risponde con un sorrisetto compiaciuto 
 
“ con mamma ..” 
sollevo le spalle come se la cosa non mi colpisse particolarmente ... 
 
“ ho capito ! Ed ora hai fame ?” 
 
“ ehi Cecerica guarda un regalo per te “ 
 
Si avvicina e mi porge la manina aperta con in mezzo un anello a forma di fiore 
Mi volto verso di lui , provo un emozione che credo di non aver mai provato in tutta la vita il mio bimbo speciale quello che faticava a guardarmi negli occhi quello che preferiva le fatine del suo mondo incantato ai nostri giochi il mio piccolo principe che a giorni alterni desidera sicuramente che io sparisca per il fastidio che gli causo , è davanti a me e senza alcun motivo ha pensato che io meritassi un dono tanto speciale !!!
Penso che questo momento sia molto meglio di qualsiasi dichiarazione d’amore 
Lo stringo forte forte e me lo sbaciucchio , lui ride con la sua risata grassa 
 
“ ehi Cecerica mi schiacci “ 
 
“ andry ma ci siamo fidanzati ? “ 
 
“ sì Cecerica tu sei la mia fidanzata “ 
 
La sua mamma si era messa alle sue spalle per vedere cosa voleva farne di quell anello e mentre lui me lo dona lei si emoziona e piange 
È ad oggi il regalo più bello ed emozionante di sempre lo strapazzo ancora un po’ di coccole lui mi interrompe 
 
“ Cecerica la pizza è pronta ?” 
 
Ecco qua mi ha rovinato tutto il romanticismo scoppiamo tutti e tre in una fragorosa risata, ha ragione è ora di cena e tutte queste emozioni ci hanno fatto venire proprio fame . Oggi cena romantica: cartoni animati Coca-Cola e pizza fatta con le nostre mani !! 
Mi sento fortunata non a tutti è concesso di vivere emozioni così belle . 
 



 
 
 
 
 
 
 
 

Si è dissolto Stan Lee dopo lo schiocco i dita di Thanos. Triste sapere che sia morto un uomo che,ormai, per tutti gli appassionati di fumetti, era infinito. Ma la vita è così, nasci,cresci,crei decine di personaggi fantastici a cui si ispireranno generazioni di ragazzi, e poi muori, a 95 anni, giovincello e arzillo, tra un cameo e un altro. Probabilmente la sua morte è una trovata pubblicitaria, non si spiega come un uomo come Stan lee, pieno di idee bizzarre non ci sia più;avrebbe sicuramente continuato ad avere idee da mettere su carta, ve lo ricordate quando ha creato un eroe cieco? Daredevil lo chiamò, un pò di Spidearman, un pò di arti marziali e una bella storia drammatica alle spalle. Egli sapeva tutto, Stan lo sapeva, l'empatia è ed era la chiave di tutto. Certo, questa morte è fasulla, sarà stata un'idea di Ben Parker o addirittura Loki, Dio dell'inganno a creare tutto ciò, molto probabilmente ora Stan è su una spiaggia di Miami a sorseggiare un Martini come fa Pepper Potts con il suo Iron Man. Hulk triste, Fury piangerebbe con un solo occhio, scaterenebbe il tuono Thor e userebbe la gemma del tempo Dottor Strange, una cosa però è certa, ora Stan Lee è tra le braccia di Hela. 

Meno di un mese è un altro suo capolavoro uscirà nelle sale cinematografiche, forse l'ultimo in cui ci saranno tutti, ma sì è vero Thanos ha schioccato le dita nel precedente film, ma riprendendo una frase detta proprio da uno dei personaggi, " Ti assicuro fratello, il sole brillerà nuovamente su di noi". 

Noi, nel frattempo, aspettiamo e speriamo. 

 

 

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